domenica 23 maggio 2010

Il mio calcio



E’ tutto vero, dopo tanto tanto tempo ce l’abbiamo fatta. Siamo i campioni d’Europa. Dopo aver battuto i campioni di Russia, d’Inghilterra, di Spagna abbiamo battuto anche i campioni di Germania. Un’impresa epica. Non ricordo la prima partita in Coppa Campioni dell’Inter che ho visto ma ricordo bene le migliaia di ore passate davanti alla TV, le sconfitte assurde (Helsingborg, con rigore sbagliato di Recoba all’ultimo minuto) , le partite allo stadio incredibili (Inter-Milan con un gran goal di Sheva) le notti insonni dopo ogni eliminazione per colpa della squadra più pazza del mondo (e già chi non e’ dell’Inter non può capire la bellezza del nostro inno). Ricordo invece molto bene quando ammiravo il Milan di Gullit e Van Basten vincere a Barcellona (4-0), la notte dell’Heysel, la vittoria della Juve a Roma, del Manchester all’ultimo minuto contro il Bayern e del Porto di Jose Mourinho. Incredibile personaggio, Mou. Forse discutibile come allenatore ma l’unico che sia riuscito nella cosa più difficile del mondo: compattare tutta l’Inter dai giocatori ai dirigenti e tifosi e far si che tutti andassero nella stessa direzione. Non ce n’è nemmeno uno che gli si è messo contro. Mou e Zanetti. Sono loro i più grandi. Quanto a Milito possiamo soprassedere perché come dice il mio amico Raffaele non ci sono più aggettivi per descrivere quello che ha fatto quest’anno. Zanetti e’ un grande. 700 partite con la stessa maglia. 37 anni come un trattore con quella protezione di palla che non ha eguali. E che non sia italiano non mi interessa, lui è interista dalla testa ai piedi. Per quanto mi riguarda posso dire che si è realizzato un sogno. Si chiude un capitolo della mia vita, il capitolo del tifoso interista accanito che gran parte del suo tempo ha potuto seguire la sua squadra solo da lontano, in terra avversa. A parte il fioretto che a questo punto dovrò onorare, sicuramente il rapporto con il calcio sarà diverso, sarò sempre un tifoso dell’Inter questo è chiaro ma sarò molto più tranquillo. E credo che sia un bene visto che intorno al calcio ci sono veramente tante cose brutte. La cattiveria delle persone, la violenza la disonestà l’invidia. Se penso che al giorno d’oggi devo aver paura di portare mio nipote allo stadio o che per il calcio sono morti dei tifosi vuol dire che qualcosa non va. Me ne esco da campione d’Italia e d’Europa. Ho dato tanto e finalmente ho anche riscosso. Amala, pazza Inter amala.

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